L'unione fa la forza!

L'incontro del 12 ottobre 2017, nella sede Dirstat, per il rafforzamento della compagine sindacale in prossimità dei rinnovi contrattuali del Pubblico impiego che si terrano all'ARAN.

Nella foto (da sinistra): Ing. Barone (S.G.a. CONFEDIR/Dirstat), Prof. Poerio (S.G. CONFEDIR), Dott. Cavallaro (S.G. CISAL), Dott. Paone (S.G.a. DIRSTAT-FIALP), Dott. D'Ambrosio (S.G. DIRSTAT).

Il meeting, tenutosi stamane, ha posto al centro dei lavori il varo di una compagine sindacale autonoma di ampia convergenza su un programma ed una piattaforma da presentare ai tavoli dell'ARAN nei prossimi incontri per i rinnovi contrattuali.

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Roma, 11 ottobre 2017

Prot. n. 631

Riunione Funzione Pubblica

Martedì 10 ottobre 2017

L’incontro programmato per ieri martedì 10 ottobre con il Ministro Madia ed il Sottosegretario

Rughetti è stato rinviato, perché entrambi impegnati in aula con le operazioni di voto.

Il Segretario Generale ha ritenuto importante che l’incontro si svolgesse comunque anche se solo a

livello tecnico, in attesa dell’incontro politico con il Ministro.

Si è svolta pertanto una riunione tecnica con il Vice Capo di Gabinetto dott. Rana e il Capo

Segreteria tecnica del Sottosegretario dott.ssa Annalisa D’Amato.

La delegazione CONFEDIR /DIRSTATera costituita dal responsabile della Segreteria tecnica dott.ssa MariaAssunta Miele, dal prof. Pietro Perziani e dall’avv. Giandomenico Catalano.

Nel corso dell’incontro la delegazione confederale ha affrontato i punti ritenuti fondamentali dalla

Confederazione in merito al rinnovo dei contratti pubblici:

· stato dell’arte. Le trattative per il rinnovo dei contratti pubblici sono letteralmente

impantanate;

· sospensione dei lavori del tavolo con le Confederazioni in Aran. Abbiamo segnalato che

avevamo iniziato le trattative bene con l’apertura di un tavolo confederale brillantemente

ipotizzato e realizzato dal Presidente dell’ARAN, il Dott. Sergio Gasparrini, dove discutere

ed affrontare le problematiche comuni riguardanti i comparti e le aree dirigenziali (welfare

aziendale, previdenza integrativa, smart working, ecc.). Abbiamo ribadito che la

CONFEDIR/DIRSTAT ha condiviso la proposta metodologica avanzata dall’Agenzia nella riunione

del 2 agosto u.s. E’ importante che siano state convocate le Confederazioni, sia perché

siglano i CCNL insieme con le federazioni di categoria, sia per il ruolo di mediazione che le

stesse possono avere nel superare le discrasie dei diversi comparti/aree, confluiti nelle nuove

articolazioni di contrattazione con il CCNQ del 13 luglio 2016. La delegazione ha chiesto

alla Parte pubblica di sollecitare la ripresa dei lavori del tavolo confederale, che dovrebbe

avere come obiettivo la sottoscrizione di un Accordo Quadro sulle materie comuni.

Abbiamo sottolineato che la dirigenza non vuole sedersi fra qualche mese ad un tavolo dove

la parte normativa è stata definita nel corso di altre trattative. Infatti il comparto delle

funzioni centrali e comparto sanità hanno tenuto già due riunioni. E’ necessario evitare il

precostituirsi di posizioni giuridiche su tavoli che non vedrebbero il corretto apporto e la

doverosa partecipazione delle confederazioni e organizzazioni della dirigenza, uniche

formalmente legittimate;

· l’assoluta insufficienza del finanziamento per il rinnovo dei contratti. E’ stato sottolineato

che dopo circa 9 anni di blocco non è ipotizzabile un contratto di transizione e per giunta in

perdita. La CONFEDIR/DIRSTAT punta ad una completa omogeneizzazione della parte giuridica ed

economica salvaguardando le posizioni raggiunte, è inaccettabile una omogeneizzazione in

peius. Il punto di partenza è che vengano consolidati per i dirigenti delle singole aree di

contrattazione i valori economici complessivi in godimento, prima di ipotizzare

cambiamenti, ad eccezione ovviamente di alcune categorie come quella dei dirigenti

scolastici la cui retribuzione deve essere necessariamente rivalutata. La delegazione ha

ribadito che la Confederazione non sottoscriverà alcun contratto del tipo Robin Hood;

· RSU della dirigenza. Abbiamo ribadito che le OO.SS. maggiormente rappresentative hanno

il pieno diritto a vedersi riconosciuta l’attribuzione delle prerogative sindacali spettanti alle

R.S.U. Peraltro, nell’ambito della dirigenza, la mancata costituzione delle R.S.U. non è

certamente dovuta a responsabilità delle OO.SS. quanto, piuttosto, a conosciute difficoltà di

estendere detto modello relazionale dal comparto alle aree.


La Parte pubblica in merito alle questioni sollevate dalla CONFEDIR/DIRSTAT ha assicurato l’apertura dei tavoli di contrattazione della dirigenza, (si è in attesa che venga definito lo stanziamento da inserire

nella prossima legge di bilancio per il rinnovo dei contratti), e che i contratti non saranno in peius.

E’ stata apprezzata la richiesta di continuare il confronto in ARAN con le Confederazioni sulle

materie comuni alle diverse categorie.

La Parte pubblica riferirà, altresì, al Ministro sulla questione delle RSU della dirigenza. Ha preso

nota della situazione particolare di alcune categorie dirigenziali come i dirigenti scolastici (è stata

affrontata anche la questione della sicurezza) ed i professionisti degli enti pubblici non economici

Il Vice Capo di Gabinetto ci ha confermato che alcune oo.ss. hanno avanzato la richiesta di

costituire il comparto delle Agenzie fiscali, scorporandolo dall’area delle funzioni centrali, ma al

riguardo ha confermato la volontà politica di non modificare l’accordo sui comparti e le aree. La

CONFEDIR/DIRSTAT ha suggerito in merito un intervento normativo relativo alla natura ed alla

riorganizzazione delle Agenzie.

La riunione è stata proficua, il confronto con la Parte pubblica cordiale e costruttivo, ci si augura

che continui a breve politicamente con il Ministro Madia.


INCONTRO CON IL MINISTRO MINNITI

Verbale

Si è svolto, il 16 dicembre 2016, il primo incontro con l’on.le Minniti.

Il Ministro ha esordito con il proposito di voler instaurare un rapporto periodico e costante con le OO.SS..

Il suo primo obiettivo - ha annunciato - è quello di lavorare insieme vagliando le proposte che verranno di volta in volta sottoposte al tavolo.

Il suo impegno è stato quello di fissare gli incontri con periodicità mensile al fine di affrontare con maggiore attenzione le tematiche e le soluzioni ai problemi che gli verranno esposti.

In questo primo approccio la Dirstat ha rappresentata la: "necessità di premiare le risorse umane maggiormente professionalizzate e meritevoli, proporzionando gli aumenti di merito alle capacità espresse e al lavoro svolto nell’ambito dell’organizzazione del lavoro.

Il nostro sindacato è da sempre contrario agli aumenti “a pioggia” perché questa prassi, mai dismessa nei rinnovi contrattuali, finisce per favorire il fenomeno dei fannulloni. Costoro si vedono premiati alla stessa stregua dei meritevoli.

La meritocrazia, se attuata, scoraggia ed emargina i lavativi che, quantomeno, saranno indotti a preferire altri posti di lavoro se non vogliono condividere le finalità e gli obiettivi dati dall'organizzazione del lavoro di cui fanno parte.

A questo proposito abbiamo ricordato all’on.le Minniti che la Ministra Madia sta predisponendo un atto d’indirizzo all’ARAN, ove si svolgeranno a breve gli incontri per il rinnovo contrattuale tanto atteso, nel quale, per la prima volta, gli aumenti saranno differenziati in base al criterio meritocratico.

La Dirstat si è riservata, in attesa di conoscere il documento in gestazione, di fare ulteriori esami e proposte sui criteri di valutazione delle risorse umane.

E’ noto che l’O.I.V. ha licenziato, in molte amministrazioni, un documento comune , sui criteri di valutazione, che dovrebbe consentire di individuare e premiare le professionalità più elevate che hanno dato prova di saper svolgere con impegno il proprio lavoro.

I criteri di valutazione individuati dovranno essere oggettivi.

Le condizioni che verraano poste ai prossimi incontri con il Ministro sono sostanzialmente di due tipi:

- trovare le risorse economiche adeguate e specifiche per i contratti decentrati al fine di remunerare le risorse umane più meritevoli;

-formare un nucleo di valutazione che renda oggettivo e trasparente le motivazioni di premialità.

Nel Ministero Interno, in particolare, occorre inoltre parametrare il salario accessorio tra i vari Dipartimenti al fine di eliminare le discriminazioni sulle risorse economiche destinate al personale di P.S. e dei VV.FF. che godono di trattamenti economici di miglior favore".

In conclusione per i prossimi incontri con il Ministro verrà predisposta una proposta per la categoria professionale rappresentata.

Siamo disponibili a eventuali suggerimenti in materia.

Cordiali saluti

La Segreteria





Incontro con il Ministro Alfano

Presente per la DIRSTAT Confedir: il Segretario Generale Agg. dott. Angelo Paone

Verbale:

Il Sottosegretario On.le Bocci ha presieduto la riunione del 28 Aprile 2016, presente anche il Capo di Gabinetto Prefetto Lamorgese, poichè il Ministro Alfano era impegnato con il Ministro dell’Interno Austriaco per la questione concernente il valico del Brennero.


I temi affrontati nel corso della riunione sono stati i seguenti:


1- Rinnovi contrattuali

2- Posti vacanti da coprire

3-Rideterminazione delle dotazioni organiche

4- Valorizzazione delle risorse umane

5- Stabilizzazione del personale a contratto determinato

6-Straordinari (risorse aggiuntive)

7- Fua 2014

8-Assestamento del bilancio


Dal DDL sul codice della strada il Governo ha presentato un emendamento per ricavarne un 5% di risorse economiche da destinare all’Amministrazione dell’Interno, in parte per l’integrazione dei fondi del FUA 2014 ed in parte per finanziare gli straordinari.

L’emendamento presentato dal Governo dovrà comunque superare il vaglio della Commissione Bilancio al Senato.

L’amministrazione dell’Interno sta procedendo, inoltre, al monitoraggio del personale della Polizia di Stato che occupa posti negli uffici amministrativi di Ministero Interno e delle Questure al fine di procedere ad una sostituzione graduale del predetto personale, in procinto del pensionamento, con i ruoli del personale civile.

Per quanto concerne il personale delle Province vi è in atto una sostanziale ricollocazione del medesimo presso gli uffici giudiziari del Ministero della Giustizia, inoltre verso le Regioni ed i Comuni, soltanto una minima parte potrebbe essere destinato al Ministero Interno.

Per costoro vi sarà un criterio distributivo sul territorio teso a privilegiare il collocamento presso la sede territoriale della città di residenza ed il profilo contrattuale di appartenenza senza disperdere la professionalità acquisita.

Per la questione del personale di polizia è stato richiesta dal Parlamento una ricognizione dei ruoli amministrativi attualmente impegnati negli uffici per poter procedere ad un graduale turn over con il personale civile dell’amministrazione dell’Interno.

E’ molto grave anche la carenza di personale nelle Prefetture sottoposte a carichi di lavoro gravosi per l’assenza di nuove assunzioni: è da molti anni anni che non avviene un adeguato turn over al punto che ha reso estremamente disagiata la prestazione del personale impiegato negli uffici sia centrali che periferici dell’amministrazione dell’Interno.

La contrazione del personale non è più sostenibile: occorre fare un investimento serio sui giovani anche al fine di modernizzare l’Amministrazione dell’Interno.

La politica dei tagli non può continuare senza un piano di redistribuzione delle risorse umane, della valorizzazione delle stesse ed una incentivazione economica adeguata.

Il Sottosegretario Bocci ritiene che sia in dirittura d’arrivo, di concerto con il Ministro della F.P Madia, la questione relativa agli UTG che dovrebbero decollare nonostante le note resistenze ed ostilità delle altre amministrazioni dello Stato che dovrebbero confluire negli UTG.


CONTRATTI DI LAVORO:


Il Segretario Generale Agg. Confedir/Dirstat ha fatto presente quanto segue:


Ho sentito qualche sindacato parlare del personale del Ministero Interno che è demotivato. E’ proprio da qui che voglio partire per la mia analisi sulle cause delle demotivazioni.

In primo luogo va segnalata la stagnazione economica derivante dal congelamento dei contratti, ora sbloccati dalla Sentenza della Corte Costituzionale. A questo proposito va segnalato che:

a) il comitato paritetico, del quale faccio parte, ha concluso i lavori all’ARAN. Conclusa la prima fase si darà avvio alla contrattazione dei Ministeri, presumibilmente entro 60 gg. (superate le procedure di approvazione della Corte dei Conti e della Funzione Pubblica ) dalla data di approvazione dei nuovi comparti;

b) la demotivazione del personale di Ministero Interno è quindi dettata da due principali fattori: la mancanza di un accrescimento del reddito e di aspettative di carriera.

Gli stanziamenti per i rinnovi sono scarsi ma si rendono ancora più irrisori dal sistema di assegnazione a pioggia delle risorse economiche: se non si procede ad un criterio meritocratico vengono sempre meno le motivazioni delle elevate professionalità ed il loro coinvolgimento responsabile nell’organizzazione del lavoro. Le responsanbilità devono essere accompagnate da un corrispettivo economico differenziato: l’appiattimento professionale non aumenta la produttività, l’efficienza e l’efficacia dell’azione amministrativa.

Le risorse messe a disposizione dei rinnovi sono poche ma diventano pochissime se tali risorse vengono distribuite a pioggia. Dobbiamo rimuovere i criteri di accesso alle risorse economiche che devono essere elargite per premiare soltanto i meritevoli.

E’ sulla meritocrazia che dobbiamo lavorare per scardinare i vecchi sistemi di ripartizione delle risorse economiche indifferenziate.

E’ perfettamente inutile attivare gli organismi preposti alla valutazione del personale (OIV) con il contributo del CUG se a questi lavori non fanno seguito i premi ai meritevoli.

I disagi ed il benessere organizzativo sono variabili dipendenti del riconoscimento dei meriti correlato alla premialità economica. Non si può continuare a parlare di valutazione del personale senza un corrispettivo economico.

Il personale non ha bisogno di pacche sulle spalle ovvero di medaglie ma di aumenti stipendiali parametrati ai meriti: diversamente parliamo di aria fritta e ci riempiamo la bocca di bei concetti senza una retribuzione empirica correlata alle responsabilità assunte ed al lavoro svolto.

L’Area quadri, ha un ruolo infungibile sullo sviluppo di carriera, in quanto è da essa che vanno attinte risorse professionali atte a svolgere funzioni dirigenziali, al pari di quanto avviene nel settore privato dal 1980 con risultati soddisfacenti per l’imprenditoria. L’istituzione dell’area predirigenziale non è mai stata contestata dal datore di lavoro privato che ne ha constatato l’utilità per il reperimento delle migliori risorse professionali all’interno della propria azienda.

Ben venga la valorizzazione delle risorse umane purchè alle professionalità più elevate venga riconosciuto un incremento stipendiale”.


L’INTERVENTO DI CHIUSURA DEL MINISTRO:

L’intervento del Ministro, ad ora tarda, è stato di autocompiacimento per aver scongiurato la chiusura di talune Prefetture grazie anche al lavoro svolto dalle stesse per aver dimostrato di sopperire in equa misura al fenomeno epocale dell’immigrazione.

La vicenda dell’Immigrazione - continua il ministro Alfano – ha evidenziato il ruolo delle Prefetture sottoposte ad una grande mole di lavoro che quest’ultime hanno svolto e stanno ancora svolgendo su tutto il territorio nazionale.

Egli ha tenuto a precisare che vi è stata un’equa distribuzione dei migranti in tutte le Prefetture.


PROSSIMI INCONTRI


Vi saranno ulteriori incontri per tutte le questioni poste all’O.d. G. in premessa.

Sono ben accette tutte le osservazioni e/o suggerimenti utili ai prossimi incontri.

Cordiali saluti

La Segreteria


Roma, 28 aprile 2016




Piano generale del Telelavoro



Approvata la disciplina di attuazione di Ministero Interno

Le modalità di realizzazione e le attività escluse (il decreto)







PREFETTURE - 7 Dicembre 2015

Emendamento alla legge di stabilità 2016

«La loro presenza capillare è fondamentale per i cittadini in termini di sicurezza e di garanzie sociali», ha dichiarato il ministro Alfano. «Ho presentato un emendamento alla Legge di Stabilità del 2016 perché le Prefetture restino, tutte, a presidio dei territori come antenne dello Stato in questo particolare momento in cui la loro presenza capillare è fondamentale per i cittadini in termini di sicurezza e di garanzie sociali». Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, confermando l'intenzione del Governo di non procedere al taglio di 23 Prefetture.

«L'emendamento da me proposto- prosegue il titolare del Viminale- ha lo scopo di organizzare al meglio la loro presenza sul territorio, armonizzandola con le disposizioni previste dalla cosiddetta legge Madia, e ha già ricevuto il parere favorevole del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Ministero dell’Economia e delle Finanze».

«Questa- ha sottolineato il ministro- la logica che ho seguito per evitare la chiusura di alcune prefetture, scongiurando l'isolamento dei territori interessati, che sarebbero stati privati di quella cinghia di trasmissione che lega i cittadini alle istituzioni».

«Sono soddisfatto – afferma Alfano- del risultato ottenuto e mi sono impegnato sin dall'inizio perché si potesse raggiungere. Lo Stato non fa passi indietro e tiene ben saldi i suoi presidi di legalità. Mi sono battuto perché il governo seguisse questo orientamento. Come governo e come maggioranza abbiamo dato una grande prova di fiducia ai prefetti, confermando il loro importante ruolo, e abbiamo ricevuto prove di grande efficienza e di tenuta nelle fasi di emergenza, in considerazione di far parte di una eccellenza dello Stato».

Ultimo aggiornamento:

Lunedì 7 Dicembre 2015, ore 14:57

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Respinto lo schema di DPR di Ministero Interno (incontro con il Sottosegretario Bocci del 30/9/15)

Nell’incontro di questa sera, 30 settembre, con il Sottosegretario Bocci, la DIRSTAT ha rigettato nel metodo e nel merito lo schema di riordino del Ministero Interno nel quale è prevista la soppressione di 23 prefetture e di 23 dirigenti contrattualizzati dell’Area I.

Le motivazioni sono:

1-Posti di lavoro a rischio per 1277 dipendenti

2-disagi e costi per l’utenza

3-esiguità dei risparmi attesi (10 ml. di euro)

4-qualità dei servizi resi alla cittadinanza

5-deficit di sicurezza sul territorio a fronte anche delle minacce internazionali (ISIS)


Abbiamo, per quanto premesso, respinto la strategia di breve periodo adottata dall’amministrazione dell’interno di limitare i danni riducendo “soltanto” 23 prefetture perchè è una soluzione di corto respiro.

Non c’è da illudersi che a questa prima sforbiciata non ne seguano delle altre: il disegno, sempre esplicitato dal governo, è la graduale soppressione ed accorpamento delle prefetture sino ad arrivare a non più di 40 UTG complessivi.

Abbiamo ribadito la nostra contrarietà alla scelta di riduzione delle strutture periferiche perchè il territorio è devastato da fenomeni strutturali quali:

1-le infiltrazioni mafiose negli enti locali richiedono un’amministrazione controllata (commissariamenti) gestita direttamente da istituzioni non colluse con la criminalità organizzata e garante della legalità;

2-l’immigrazione è diventata un fenomeno strutturale che si è quintuplicata negli ultimi cinque anni (da 20.000 immigrati l’anno a 120.000) e che va gestita dalle prefetture di tutta Italia. Un problema che non può considerarsi provvisorio e che ha trovato alcuni sindaci respingere ogni assegnazione di immigrati;

3-la devastazione del territorio italiano alle prese con alluvioni e terremoti (siamo il secondo paese al mondo dopo il Giappone per fenomeni sismici);

4- l’assetto oleografico del territorio italiano obbliga alla gestione di prossimità degli eventi strutturali (VV.FF-POLIZIA DI STATO E PREFETTURE)

Tali fenomeni non possono essere gestiti tempestivamente dai VV.FF., dalle Forze di Polizia e dai Prefetti se gli uffici periferici vengono accorpati presso altre sedi lontane dai dissesti sopra elencati.

La strategia dell’amministrazione di limitare i danni, eliminando 23 prefetture, questure e comndi VV.FF, non paga: i risparmi di spesa si possono conseguire, senza problema alcuno, con l’accorpamento dei comuni inferiori ai 5.000 abitanti. Tale soluzione significa una riduzione di oltre 20 miliardi di spesa ( conseguibili con l'eliminazione di sindaci, giunte comunali, assessori e relativi gettoni di presenza).

L’accorpamento dei comuni non comporta disagi per l’utenza poichè le certificazioni avvengono con il sistema informatico (pec).

Pertanto la soppressione delle prefetture, delle questure e dei comandi dei VV.FF. non risponde ad una esigenza di risparmio ma ad una volontà politica di consegnare al Governo lo scalpo di Ministero Interno per dimostrare che anche l’amministrazione dell’interno ha svolto diligentemente il compitino, senza interessarsi dei disagi del personale coinvolto in questo disegno malsano.

Il capo di gabinetto, Prefetto Lamorgese, ha ritenuto irrilevante la soppressione dei posti dirigenziali nelle 23 prefetture incriminate in quanto sono quasi tutte rette da dirigenti contrattualizzati in regime di reggenza.

Il sottosegretario Bocci alle ore 19,30 odierne ha promesso che ci saranno ulteriori convocazioni.

In conclusione: la DIRSTAT ha respinto fermamente l’ipotesi di riforma presentata.

Per ulteriori informazioni restiamo a disposizione


RIFORMA P.A. (11 settembre 2015)

La Madia chiude 23 questure e prefetture

Da 103 diventeranno 80 e saranno soppresse e accorpate entro il 2016 Doccia fredda per i sindacati che minacciano una mobilitazione generale

Saranno 23 le prefetture soppresse e accorpate in tutta Italia a partire dai prossimi mesi per l’applicazione della riforma della pubblica ammistrazione firmata dalla Madia e da Renzi. Una doccia fredda per i sindacati di Polizia, che ieri mattina hanno partecipato alla riunione in Viminale con il vice capo Piantedosi. Ed una notizia che risulta ancora più preoccupante, se comunicata alla vigilia dell’11 settembre.

Il provvedimento, deciso nell’ambito dei decreti attuativi di prossima emanazione relativi alla riforma della pubblica amministrazione, prevede l’accorpamento delle prefetture di Teramo all’Aquila, di Chieti a Pescara, di Vibo Valentia a Catanzaro, di Benevento ad Avellino, di Piacenza a Parma, di Pordenone ad Udine, di Rieti a Viterbo, di Savona a Imperia, di Sondrio a Bergamo, di Cremona a Mantova, di Lodi a Pavia, di Lecco a Como, di Fermo ad Ascoli Piceno, di Isernia a Campobasso, di Asti ad Alessandria, di Verbano Cusio Ossola a Novara, di Biella a Vercelli, di Oristano a Nuoro, di Enna a Caltanissetta, di Massa Carrara a Lucca, di Prato a Pistoia, di Rovigo a Padova e di Belluno a Treviso. «L’ennesima falsa riforma – commenta Gianni Tonelli del Sap – che prevede a breve la chiusura di 23 prefetture, mentre per contro sarà prevista semplicemente una timida rivisitazione delle Direzioni Centrali dove le funzioni dell'attuale Ufficio Centrale Interforze per la sicurezza personale dovrebbero confluire nell’Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle forze di polizia». Forbici impietose quindi. «Ancora una volta si taglia sui presidi territoriali e non sulla elefantiaca macchina burocratica centrale – conferma Tonelli -.

Le timide assicurazioni che non vi saranno riduzioni organiche né taglio di posti di funzione non ci convincono e non appaiono coerenti con il nuovo modello proposto dal Regolamento in discussione». L’Isis è alle porte, oggi si ricorda uno dei più terribili attentati terroristici e l’Italia – prossima ad ospitare migliaia di turisti per l’Anno Santo – si vede togliere presidi di sicurezza da sempre operativi sul territorio. «Questo progetto di riorganizzazione, se non rivisto radicalmente, sarà ancora una volta una occasione persa per una riforma seria e concreta del sistema sicurezza – spiega Tonelli -. Perché non tagliare sui questori e i prefetti, sulle dirigenze, sulle sedi logistiche? Perché il nostro caro Renzi non prende il toro per le corna facendo riforme serie? La nostra proposta è stata quella di provvedere alla unificazione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza con il Dipartimento dei vigili del fuoco, soccorso pubblico e della difesa civile. Con il Conapo, il sindacato dei vigili del fuoco abbiamo già fatto stampare delle cartoline da far arrivare al governo per sollecitare il taglio delle poltrone e risparmiare invece le volanti e le autopompe al servizio della gente». Soddisfatto, ma con riserva, Gioacchino Alfano: «L'impegno del governo per la riduzione dei costi delle Stato è encomiabile e va nel verso da noi auspicato».